Storia delle cravatte regimental seconda puntata…
L’esercito britannico non fu ovviamente da meno.
Tra il maggio e il luglio del 1881 la fanteria inglese venne profondamente ristrutturata a seguito della cosiddetta “Riforma Childers”.
Il suo promotore, il Segretario di Stato alla Guerra Hugh Childers, che per ragioni economiche, oltre ad abolire il numero d’ordine che fino a quel momento aveva contraddistinto i vari reggimenti, ne soppresse il colore distintivo che ognuno di essi portava con orgoglio da secoli sul colletto e sulle manopole della giubba, sostituendoli con soli tre colori che ne indicavano ora l’origine territoriale. Il bianco per i reparti inglesi e gallesi, il giallo per i reparti scozzesi e il verde per i reparti irlandesi, ai quali si aggiunse il blu per le Guardie e per i reggimenti Reali, quelli per intenderci il cui nome era preceduto dai titoli Royal, King’s, Queen’s o Prince of Wales’s Own.
Tutto ciò creò un’ondata di malcontento nei reparti, gelosissimi delle proprie tradizioni; e fu così che, sull’esempio delle cravatte scolastiche, nacquero finalmente quelle che noi conosciamo col nome di Regimental Ties (Cravatte Regimental), sulle quali trovarono posto il colore di fondo dell’uniforme, quello delle mostreggiature, quello dei bottoni o di altri riferimenti alle tradizioni reggimentali, conquistati in tre secoli di guerre sui campi di battaglia di tutto il mondo.
Così, ad esempio, i reggimenti della Guardia ebbero il Dull red and navy che ricordava l’uniforme rossa e le mostreggiature blu; i reggimenti di tiratori ebbero il verde scuro dell’uniforme e il rosso o il nero delle mostreggiature; il Royal Scots Greys, l’unico reggimento di cavalleria scozzese, ebbe il rosso dell’uniforme, il blu delle mostreggiature, il giallo dei bottoni e il grigio argento, colore dei propri cavalli; mentre l’11° Ussari – i cosiddetti “culi rossi di Cardigan”, gli eroi di Balaklava – posero sulle cravatte l’oro degli alamari e il rosso ciliegia dei calzoni; e così via.
…TO BE CONTINUED…
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